IL BLOG DI TATIYAK

Il kayak è diventato la nostra grande passione, quella che ci appaga al punto da abbandonare tutte le altre per dedicarci quasi esclusivamente alla navigazione.
In kayak solchiamo mari, silenzi, orizzonti ed incontriamo nuovi amici in ogni dove...
Così abbiamo scoperto che la terra vista dal mare... è molto più bella!
Tatiana e Mauro

Le nostre pagine Facebook: Tatiana Cappucci - Mauro Ferro
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13 marzo 2018

Euskadi tour: que viajem tan chulo!

Siamo sempre stati molto legati all'isola di Minorca, per ragioni non solo affettive.
Il primo viaggio che abbiamo compiuto intorno all'isola nell'inverno del lontano 2009 ci ha permesso di conoscere due persone meravigliose: Teresa e Carlos, i titolari del centro Menorca en kayak. Da allora siamo tornati a visitare la più bella delle isola Baleari ogni volta che se ne è presentata l'occasione. Quando lo scorso mese di ottobre, durante le Jornadas de Menorca en kayak, ci hanno invitato a seguire il gruppo nella trasferta annuale nei Paesi Baschi non ci abbiamo pensato su due volte e abbiamo accettato l'invito con grande entusiasmo.
Abbiamo così avuto modo di incontrare ancora una volta un altro grande amico pagaiatore, Arkaitz Erchiaga, il titolare del centro di kayak e turismo attivo di Urdaibai, la riserva naturale della biosfera della Biscaglia, un grande estuario aperto sull'Atlantico ad una manciata di chilometri da Bilbao.
Siamo rimasti affascinati dalla zona, dalla gente, dalle tradizioni, dall'arte, dalla cucina e soprattutto dall'accoglienza calorosa che ci hanno riservato tutti gli amici baschi e minorchini: la settimana è volata via tra una visita di tre giorni alla capitale basca ed una permanenza di quattro giorni a Lekeitio, il paese natale di Arkaitz ed uno dei villaggi di pescatori più pittoreschi della costa...

Inizia l'avventura: Euskadi arriviamo!
L'ingresso del Museo Marittimo di Bilbao: un'attrazione per grandi e piccini!
Palle ovunque, ovunque palle!
La prima sala espositiva del Museo Marittimo di Bilbao: kayak playmobil!

Bilbao non è soltanto la capitale della Biscaglia, una delle tre province della comunità autonoma basca, e neanche il principale porto commerciale e turistico della costa settentrionale spagnola. E' anche una grande città metropolitana che ha saputo rinnovarsi nel tempo, mantenendo le sue radici ben radicate nella storia marittima del paese. Bilbao è la città famosa nel mondo per il museo Guggenheim, ideato da Frank Gehry sulla sponda occidentale della Ria, come qui viene chiamato al femminile il fiume che attraversa il centro storico: la vecchia città industriale, carica di moli portuali, è diventata in pochi anni un'icona internazionale di design urbanistico, arricchita da tante altre opere d'arte posizionate lungo tutti gli spazi verdi e pedonali che modellano ora le due sponde del fiume.
Bilbao non è solo il Guggenheim, che pure è il biglietto d'ingresso più incredibile ed accattivante, quando si entra in città dal ponte che sovrasta il fiume, a sua volta sovrastato da un magnifico arco rivestito di formica rosso fuoco che di notte si illumina di 6400 led intermittenti: le 33.000 placche di titanio che ricoprono le falde irregolari del museo conferiscono alla struttura un che di immaginifico, come di una nave che sta per prendere il largo: prendono i colori del cielo e cambiano tonalità insieme alla città, dal giallo oro dei momenti di sole all'argento acceso dei lenti passaggi delle nuvole, e passeresti ore intere ad ammirare le immagini riflesse nelle vetrate, specie quando si attiva una delle installazioni artistiche più suggestive che arricchiscono la passerella intorno al museo, la scultura della nebbia del giapponese Fujiko Nakaya che ad intervalli regolari ma imprevedibili avvolge il visitatore in una densa nuvola di nebbia artificiale (che raggiunge anche l'altra grande opera di Anish Kappor realizzata con 80 sfere d'acciaio impilate in modo apparentemente causale sul pelo dell'acqua... sono rimasta incantata a guardarle per un tempo dilatato dalla meraviglia e dal piacere!).

Una delle tante installazioni artistiche disseminate lungo il Paseo de la Memoria...
L'ingresso del Museo Guggenheim di Bilbao: la punta sembra proprio la prua di un kayak!
La scultura di fiori Puppy di Jeff Koons fa la guardia all'ingresso del museo dal 1995...
Il faro di Santa Catalina a Lekeitio, proteso sul Mar Cantabrico che è già Oceano Atlantico...
La lunga passerella di pietra permette di raggiungere l'isola con la bassa marea...

Bilbao non è solo il Guggehneim, comunque: è anche la città della metropolitana ideata da Sir Norman Foster, che avrà anche disegnato lo yacth più brutto del mondo, ma si è pienamente rifatto con la perfetta fusione di ingegneria ed architettura che risalta tanto nelle passerelle sotterranee, sospese alle volte con possenti tiranti di acciaio, che nelle entrate in vetro, simili al carapace di un armadillo e che tutti hanno preso a chiamare Fosteritos; è anche la città dell'aeroporto La Paloma disegnato dall'architetto spagnolo Calatrava, lo stesso del ponte pedonale Zubi Zuri sulla Ria, e che di questo richiama la struttura sospesa come di un uccello ad ali spiegate, che però a noi ha ricordato di più i fanoni di una balena; è anche la città dell'Euskalduna, il Centro Congressi e Musica che si erge come un grande bacino di carenaggio di ferro arrugginito proprio dove un tempo sorgevano i cantieri di costruzione delle navi baleniere, orgoglio della marina basca.
Bilbao è anche la città dell'Alhondiga, un vecchio deposito di vini recuperato a moderno centro di servizi, cultura e tempo libero, con 43 colonne tortili che sorreggono tre edifici di mattoni rossi in cui sono accolte sale cinematografiche, biblioteche, sale espositive, negozi e ristoranti e persino un centro sportivo con due piscine sul tetto. Bilbao è la città del Casco Viejo, pieno di stradine medioevali lastricate coi ciottoli levigati del fiume e di bar aperti fino a notte fonda. Bilbao è la città del Museo Basco, allestito all'interno di un antico collegio gesuita oggi in restauro, del Museo Archelogico, affacciato sull'altro lato della stessa Piazza Nuova, e del Museo Marittimo, abbellito all'esterno non solo dall'altissima torre Carola completamente ridipinta di rosso ma anche da tante boe e catene che un tempo ancoravano pescherecci e rimorchiatori.
Bilbao è persino una città di mare, benché il Mar Cantabrico disti più di 14 km dal centro: due linee della metropolitana, pulite, veloci e frequenti, collegano il centro cittadino alle spiagge di sabbia incastonate tra le alte scogliere rocciose della costa basca. A suggellare il passaggio dalle montagne al mare è sempre la Ria, sormontata a due passi dal porto da un enorme ponte trasportatore, il Bizkaiko Zubia, che permette il transito di persone ed auto (soltanto sei per volta) da una sponda all'altra senza intralciare la navigazione: costruito nel 1893, primo nel suo genere e divenuto patrimonio dell'umanità Unesco nel 2006, il ponte è alto 61 metri s.l.m., lungo oltre 160 metri e permette di tenere sospesa sul vuoto una gondola bianca che fa la spola 24 ore al giorno e che sembra una navicella spaziale antesignana della serie di Star Trek...

Pronti per la prima vera giornata di acqua (sotto e sopra!)
Mauro su un kayak non suo e su un fiume (di acqua salmastra, almeno!)
Riunione all'ultima ansa praticabile del fiume...
Rientro in SUP: che gran bella scoperta!

Bilbao è anche una capitale divertente, allegra, movimentata, piena di piccole e grandi cose che hanno attirato la nostra attenzione: le strisce pedonali, per dire, sono spatolate in maniera artistica per renderle meno scivolose e ne manca sempre una, la seconda o la terza dal marciapiede, per evitare che ciclisti o motociclisti possano scivolarci sopra con le ruote; i semafori, poi, hanno gli omini verdi per il passaggio pedonale che ad un certo punto prendono vita e cominciano a correre sempre più veloci quando mancano pochi secondi al rosso; le mattonelle dei marciapiedi, inoltre, sono tutte marcate con dei fiorellini tondi che ricordano quelli di Barcellona ma in mazzetti più pieni e che a volte sono battuti sul cemento grigio e uniforme ed altre invece sul cotto cangiante. Bilbao è una città facile da vivere e da visitare: all'arrivo in aeroporto, ed in ogni altro centro di informazioni turistiche, vengono distribuite le cartine della città che riportano non solo le linee di bus, tram e metro, ma anche le indicazioni di alberghi e pensioni, così abbiamo prenotato facilmente quella più vicina alla fermata dell'autobus; le campane per la raccolta differenziata del vetro sono tutte ricoperte di murales artistici e tematici, che ti fanno venire voglia di cercare in ogni dove bottiglie di vetro da buttare per potere ammirare da vicino tutti quei lavori geniali ed ispirati; i parcheggi per le auto sono abbelliti da posti colorati in diversi tonalità di giallo, blu, rosso e verde e persino i posti riservati alle moto hanno riquadri colorati di dimensioni ridotte... che ti viene voglia di star lì a giocare ai colori per giorni interi...
Anche la lingue basca ha i suoi misteri accattivanti: è piena di X e K, la lettera usata per il plurale, e ricorda vagamente la lingua Inuit (chissà che alle sue origini ancora sconosciute non ci sia un qualche legame con gli abitanti dell'altro lato dell'Atlantico, raggiunti durante una battuta di caccia...). Arkaitz ha provato a spiegarci qualche regola ma noi siamo rimasti affascinati dalla moltitudine di parole in K: komunak, tabacoak, patatak frigituak, kayakak e persino un grandioso fax-ak!

Una delle tante curiose parole della lingua basca...
Il gruppo al gran completo alla partenza da Urdaibai per Lekeitio...
La partenza da Urdaibai con l'alta marea...
La sosta in un porticciolo lungo la costa basca con la marea calante...
Arkaitz e Peki: con loro le escursioni sono sempre facili, sicure e divertenti!

Dopo tre giorni di sole, di pioggia, di vento trascorsi nella capitale basca, ci siamo spostati con i trasporti pubblici, veloci ed economici, fino a Lekeitio, un paese di 6000 persone che in estate vede triplicati i suoi residenti. E' un piccolo villaggio di pescatori che si affaccia su un'isolotto roccioso e pelato dal vento che è collegato alla terra ferma da un lungo camminamento di pietra, che si copre con l'alta marea e si scopre con la bassa marea (che qui raggiunge anche i cinque metri di dislivello e che viene misurata con un coefficiente variabile a seconda delle stagioni e delle lune). L'isola di San Nicola protegge l'ingresso del porticciolo di Lekeitio, rigonfio di imbarcazioni a remi e a motore assiepate dietro la muraglia costruita a protezione dello specchio d'acqua che non sempre resiste agli assalti dell'oceano: una delle prime cose che ci ha raccontato Arkaitz è che la croce di pietra issata accanto alla rosa dei venti è stata spezzata più volte dalle onde furibonde che risalgono la scogliere e si schiantano sul molo.
Le casette di legno sul lungo mare sono tutte attaccate le une alle altre, alte sei o sette piani e con delle bo-window dipinte di colori diversi. Accanto alla piazzetta principale sorge la bella chiesa gotica contornata di archi rampanti che proiettano le loro ombre proprio sulla sede del club di remo. I bar ed i ristoranti sono gli esercizi commerciali più frequenti e frequentati: una delle tradizioni locali più sentite e seguite è quella di "ir de txikiteo" - andare per vini, spostandosi con gli amici da un bar all'altro durante l'intero fine settimana per assaggiare i tanti spuntini che ricoprono i banconi dei locali. Pintxos & Txakoli sono gli ingredienti sicuri ed immancabili per una perfetta serata basca: il "bolseros" si incarica di tenere la cassa e di fare le ordinazioni, cambiando locale dopo ogni giro di vino o birra, servite in bicchieri tutti uguali che pure fanno il giro del paese. Sono tutti in strada, il venerdì ed il sabato sera: giovani e anziani, famiglie con bambini, ragazzi in maglietta e ragazze a grappoli, tutti presi dal rito collettivo del tirar tardi fino all'alba per collezionare una sbornia dietro l'altra. Ed è tutto allegro, leggero e condiviso.

Siamo noi!
In navigazione verso Lekeitio...
Sotto il faro di Santa Catalina di Lekeitio...
All'ingresso del porto di Lekeitio con bassa marea...

Ci sono anche tanta altre tradizioni locali, dalla pelota giocata con una speciale cesta di vimini oggi riprodotta in materiale plastico multicolore, alle feste popolari in cui gli uomini si sfidano non solo in danze coreografiche ma anche in giochi rurali come il taglio dei tronchi ed il sollevamento dei massi: a Lekeitio una delle tradizioni più forti e più radicate nel territorio è quella delle gare di remo, che ogni anno si ripetono tra ragazzi adolescenti, adulti e anche donne. Le barche in legno colorato hanno da 4 a 8 posti ed il vogatore usa un solo remo infilato sullo scalmo, mentre il capitano che da il tempo regola un altro remo libero per le virate. Abbiamo rischiato di provare una barca tradizionale, ma alla fine erano tutte occupate per le esercitazioni settimanali ed abbiamo ripiegato sul parco-avventura, una delle tante attrattive del turismo attivo della zona: un bosco attrezzato con funi e liane e passerelle di corda come sempre di più se ne trovano in giro per il mondo, ma questo gestito dalla Generalitat e tenuto in ottime condizioni, nonostante la numerosa presenza di bruchi della processionaria. Mauro ed io siamo rimasti in camera a curarci la febbre, arrivata a Bilbao insieme alla pioggia del secondo giorno, mentre i ragazzi di Menorca en kayak si sono cimentati per l'intera giornata a salire e scendere dagli alberi per rafforzare il già eccellente lavoro di squadra.
Il venerdì è stata poi la volta del SUP, lo stand-up-paddle che sta diventando il più diffuso sport di pagaia del mondo: visto il forte vento da sud, con raffiche di oltre 15 nodi, ci siamo rifugiati nel piccolo fiume che dalla piccola baia antistante il porticciolo di Lekeitio risale con diverse volute la verdissima vallata accanto al paese, che in alcuni scorci panoramici ricorda il tratto alpino del Trentino. Quando la corrente di marea faceva sentire i suoi effetti sul fiume, rientrando per diversi chilometri, allora ci sedevamo sulle ginocchia per non perdere l'equilibrio: ma quando siamo usciti in mare aperto ed abbiamo circumnavigato la piccola isola di San Nicola, io ho smesso di preoccuparmi e mi sono goduta la navigazione in piedi!

La conclusione di un splendida giornata di pagaiata!
L'ultimo saluto agli amici baschi e minorchini...
Uno dei tanti brindisi delle serate basche!
La visita domenicale e fuori programma al monastero di San Juan de Gatzelugatxe...
Il ritorno a casa, felici come bambini!

Il sabato, invece, siamo rientrati nella nostra zona di conforto ed in kayak, singoli e doppi, abbiamo percorso i quasi 25 km che separano la riserva di Urdaibai da Lekeitio, costeggiando prima una delle più grandi dune del nord che però viene periodicamente erosa dal vento e dall'acqua, passando poi accanto alla famosa onda di surf di Mundaka, la più lunga onda sinistra d'Europa, e pagaiando infine lungo imponenti scogliere rocciose interrotte solo qua e la da qualche spiaggia di sabbia e qualche paesino incastonato tra i boschi di abeti (che impressione gli alberi così alti tanto vicini al mare - quelli che di solito siamo abituati a vedere in montagna, per giunta!).
Il faro di Lekeitio ha salutato la nostra pagaiata al tramonto e anche una passeggiata domenicale: il vento in aumento fino a Forza 7 ha impedito di continuare le attività in acqua, ma sotto l'acqua battente siamo rimasti al riparo dell'accogliente bar del porto per pianificare le attività future!
Non mancheranno altre occasioni per incontrare i ragazzi di Menorca en kayak ed aspettiamo con ansia le prossime Jornadas di ottobre per tornare a pagaiare intorno alla più bella delle Isole Baleari. Nel frattempo, però, abbiamo anche cominciato a pensare a corsi ed escursioni da ripetere nei Paesi Baschi, magari con un percorso itinerante tra Bilbao e San Sebastian, l'altra grande attrattiva basca, e magari in compagnia di un gruppo di pagaiatori italiani interessati a scoprire le bellezze del posto.
Non è mai facile riassumere in poche righe le tante emozioni di una lunga settimana vissuta a terra ed in mare: noi speriamo così di tornare presto a solcare le acque atlantiche del Mar Cantabrico e di pagaiare ancora fianco a fianco con Arkaitz ed i suoi ragazzi del centro Ur-Urdaibai.
Grazie infinite per l'accoglienza calorosa e per l'esperienza indimenticabile: eskerrik asko!

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